TDMitalia vuole ricordarlo così.
Da TGCOM.it
Addio uomo che sussurravi alle moto
E' morto in un incidente Carlo Talamo
Il mondo della moto, quella che scatena passioni ed emozioni senza
spazio e tempo, piange Carlo Talamo, scomparso in un incidente
stradale sulla A12, mentre era in sella alla sua Triumph. Romano ma
trapiantato a Milano, 50 anni, Talamo era amato e conosciutissimo
dagli appassionati delle due ruote, quelle che non conoscono la
pista, ma soltanto le strade di montagna, per aver ridato splendore a
due Marchi storici come Harley Davidson e Triumph di cui era
diventato importatore in Italia. Un personaggio unico che aveva fatto
delle moto la sua vita, contagiando tutti quelli che gli stavano
vicino fin da quando, da ragazzo, si accorse che un motore e un
manubrio sapevano regalare sensazioni uniche. Un poeta nel suo
genere, capace di vedere dietro a un 'pezzo di ferro' cose che gli
altri non riuscivano neppure ad immaginare. E sapeva trasmettere
tutto ciò con i suoi gesti, con le sue parole, perché una moto,
per lui e per tanti altri come lui, è qualcosa di
speciale, di vivo.
Difficile spiegare a chi non lo conosceva chi era Carlo Talamo. Viene
in aiuto una delle sue tante poesie scritte anche per fare
pubblicità alle sue moto, ma soprattutto per raccontare.
Raccontare cosa si prova ad essere un motociclista.
La "poesia" di Talamo
Io lo vedo dalle ombre della ruggine.
Dal brillare che manca da troppo tempo.
Lo vedo da tutto il nero che sta, sempre più nero,
sotto al tuo motore.
Io lo vedo che invecchi.
Vedo l'olio che abbraccia lievemente tutto il lucido che avevi.
Sento che ogni tanto sei stanca. Come me.
Una ruga, un filo di grasso che ieri non c'era.
Forse un pensiero. Che ieri era dolce ed oggi è come temporale.
Non c'entrano gli anni. Non c'entra la fatica.
C'entra quello che abbiamo visto.
Il male che ci hanno fatto.
Ma il sole torna sempre.
E delle volte ti vedo bambina.
Ti vedo come quel giorno, quando nascesti nella mia vita.
Con i raggi che brillavano nel sole.
La vernice che scottava e toccarla era un piacere.
Il motore incerto e pigro nei primi chilometri.
Ne è passato di tempo e di strada.
Ne abbiamo visto di mondo.
Ne abbiamo avuto di freddo.
E abbiamo riso.
E una volta ti ho spinta per sei chilometri.
E però ci siamo divertiti.
E le rughe non le sento più.
E quel fumo leggero che vien fuori dagli scarichi è senz'altro allegria.
Non può essere olio.
Ma poi ti guardo nel tappo e capisco che hai sete.
Ho sete anch'io e siamo in un bar.
Io dentro che bevo e tu fuori che stai lì.
C'è una ragazza bionda che mi parla.
Io intanto bevo.
E lei dice che mi conosce.
E io penso che ho sete.
E lei dice cosa fai dopo.
E tu stai lì.
E forse fa freddo.
E più tardi torneremo a casa assieme.
E guiderai tu.
Piano, pianino, con quel suonaccio irriverente che fai tu.
E la notte sarà più calda.
Abitata dagli scoppi che si perdono chissà dove
E dormiremo poi.
Nel mio letto io.
Carlo Talamo
Era nera.
Come una locomotiva.
E profumava d'olio.
Di chilometri.
Il calore che emanava lo potevi sentire a dieci passi.
Fango e sporco testimoniavano di strade lontane.
Io avevo otto anni. quella motocicletta, sola nel caldo
di un pomeriggio di tanto tempo fa, quella motocicletta
io non posso dimenticarla.
La pelle delle vecchie borse doveva aver visto temporali,
vento e lunghe giornate di sole.
Vivevo allora in un paesino del sud dell'Italia.
Motociclette ce n'erano poche.
Di una Parilla mi ricordo. E di una Guzzi. Rossa.
La vecchia motocicletta straniera che odorava di territori
lontanissimi riempiva la piazza.
Ed i miei occhi di bambino.
Forza. Nei suoi grandi cilindri rigati d'olio.
Solitudine. Nella sella di cuoio che non poteva ospitare passeggeri.
Qualcuno, dietro di me, mormorò un nome. Con rispetto mi sembrò.
Io non lo sapevo allora, ma quel nome avrebbe accompagnato la mia vita.
È con me da tanto tempo.
Mi vive accanto.
Fortemente.
Era l'estate del '59. In Calabria.
Era una Harley-Davidson.
Aveva attraversato l'oceano.
E probabilmente la guerra.
Un uomo traversò la piazza.
Forse mi sorrise.
E quando la polvere si dissolse dietro al profondo suono di quel vecchio motore,
poche macchie d'olio sulla terra ricordavano dolcemente il suo passaggio.
Un caldo odore di benzina mi circondò per un attimo.
Carlo Talamo
Vengo spesso da te alla Mecca, come la chiamiamo noi, a vedere le
meraviglie in cui hai creduto...quante volte lascio l'impronta del mio
naso in quella via dove c'e' il tuo regno, dove ti vedo li con le mani
sporche di grasso a dire le tue cazzate su quelle cose a due ruote che
tanto ami, come quando mi hai detto che se volevo una moto della
madonna dovevo provare una Bonneville....
Ora ..passero' di nuovo..e con la coda dell'occhio provero' a vedere
se in qualche angolo...Tel'li' il Talamo!
Ciao Carlo.....Lamps
Robytdm
Ride to Live..Live to Ride
Carlo,
ti ho conosciuto tramite le pagine dei giornali, nelle interviste a te
che venivi trattato come una leggenda.....
Di te si parlava come di un grande calciatore, a te si deve
l'esistenza in Italia di marchi importanti che senza un imprenditore
che credeva in loro oggi sarebbero quasi sconosciuti ai più.
Leggevo di recente della tua voglia di metterti, a 50 anni, ancora una
volta in discussione, di offrire al mercato le tue idee e la tua
voglia di divertirsi e far divertire quelli come noi, gente che con un
manubrio in mano raggiunge le più alte vette del piacere.
Altri dopo di te verranno, e altre volte ci troveremo a scrivere di
loro quando decideranno di partire, ma oggi a te va il mio grazie per
aver contribuito a formare il motociclista dentro di me.
Arrivederci
Graziano
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